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Artigianalità, creatività. Ciò che la tecnologia non potrà soppiantare.

Artigianalità, creatività. Intelligenza. Quella vera, non artificiale.

In questi giorni leggo online ma anche su riviste di una certa importanza, tanti ed approfonditi articoli sul futuro dell’intelligenza artificiale. Cosa ci aspetta, come saranno le nostre vite tra pochi anni, cosa non faremo più, cosa sarà delegato a belli e lustri ‘bot’ – cioé robot per chi come me non è pratico della terminologia.

Ci prospettano sex bot, belli, similumani, dalle caratteristiche evolutissime, che pare siano la prossima frontiera della nostra fantasia erotica. Boh.

Bot che cucineranno per noi, con la maestria di sapienti chef e la creatività delle ricette della nonna. Movimenti regolati da algoritmi e copiati, rubati, da mani sapienti, per ricreare piatti sopraffini. Non so perchè ma ho la sensazione che non faranno mai le lasagne come quelle della mia nonna, quella originale, che per 85 anni ha mescolato ragù, stirato pasta, girato besciamella. Con la maestria imparata da immemori generazioni addietro.

Bot che lavorano per noi (e sia, questi mi paiono i più utili!) che svolgono mansioni pesanti, obsolete, pericolose. Bot che costeranno meno della manodopera umana e non avranno tutti quei fastidi quali malattie, assenze, errori, stanchezze, maternità, antipatie e difficoltà relazionali che tanto fanno storcere il naso agli imprenditori.

 

Dal canale Youtube di Chanel, un appassionante video sul making of di una giacca haute couture.

Anche nel campo della moda l’intelligenza artificiale ha fatto capolino.

Ne è un esempio Sew-bo, creatrice di un braccio meccanico in grado di produrre capi di abbigliamento con un tasso di automatizzazione elevatissimo. Sono spaventata, anche un po’ atterrita. Ma tutto quello che ho visto e respirato in anni aziendali, nelle rapide e semi vietate passeggiate tra i reparti produttivi, non esisterà più? Quella capacità, meravigliosa artigianalità, propria di tante, tantissime donne e uomini che fine farà? Dove troveremo ancora quella capacità così vicina all’arte di creare abiti e non solo, dal fascino intramontabile?

Negli ultimi anni le maison, le case di moda con haute couture, hanno cercato di evidenziare questa abilità a lungo celata delle sarte, delle première, degli operatori, dei product manager, creando interessanti video in cui il barlume dell’artigianalità e della fatica e delle ore di lavoro di altissima qualità vengono esaltate.

Non posso e non voglio dimenticare che la moda è un concentrato di creatività e capacità manuali.

Non posso e non voglio dimenticare che nessuna intelligenza artificiale sarà mai in grado di soppiantare la fantasia e la flessibilità umana.

Non posso credere infine che nessuno stilista affidi a mani meccaniche la realizzazione delle sue fantasie.

Dal canale Youtube di Jimmy Choo il making of di un sandalo tra Londra e la riviera Berica.