ecommerce copywriter

Ecommerce copywriter: scrivere per il commercio elettronico

Perché il copywriter ecommerce è importante per una buona riuscita della vendita online.

Un sito, una landing page o ancora meglio un ecommerce riescono a dare una spinta esponenziale ad ogni business, soprattutto alle start up o alle imprese locali. Per guidare il cliente attraverso le pagine e convincerlo a schiacciare il pulsante “Acquista” sono necessari una strategia ben ponderata, una struttura a prova di usabilità e contenuti scritti bene da un copywriter professionista.

Le strategie principali per un ecommerce che funziona

Un sito ecommerce non è un semplice catalogo digitale, ma un ecosistema complesso e interattivo, in cui il cliente entra per dare una risposta ad una sua necessità. Questo è il punto di partenza per elaborare una strategia davvero funzionale e redditizia, qualsiasi sia il prodotto in vendita. Nel caso dell’abbigliamento è fondamentale sapere quanti capi sono disponibili, quale la struttura di collezione, quali i punti di forza e il target di riferimento. Solo con queste informazioni si potrà creare un’alberatura a prova di UX.

L’utente al centro: la UX 

L’usabilità non riguarda solo la struttura del sito ecommerce, ma tutta la strategia che lo sorregge. L’utente finale e il suo comportamento sono la spinta principale per creare percorsi funzionali, semplici, facilmente comprensibili da chiunque.

In questo sono indispensabili una professionalità dedicata, molta sensibilità e un copywriter ecommerce che riesca a trasformare informazioni fredde e imperative (guarda, scopri, clicca) in un’esperienza calda e piacevole. Non sempre è facile, ma quando la usabilità è ben fatta, i risultati si vedono e resistono a lungo.

I testi, micro, brevi o lunghi che siano, guidano il consumatore attraverso uno spazio virtuale in cui essere accolto e trovare una risposta a quella necessità espressa nel motore di ricerca. Solo in questo modo sarà naturalmente convogliato verso il carrello finale.

Content management: i prodotti giusti, al posto giusto

Un approccio corretto al content management può fare la differenza tra un sito ben fatto e un sito performante. L’organizzazione gerarchica dei prodotti e una categorizzazione funzionale riescono a favorire l’esperienza di acquisto, dando fluidità e naturalezza a tutto il percorso dell’utente all’interno del sito. Perché per arrivare alla conversione non basta la presenza, è necessaria una struttura fluida e facilmente percorribile.

scrivere per l’ecommerce è una grande sfida per un copywriter

Parole chiave o parole emozionali: tutte le facce del copywriting

Ma quando entra in gioco il copywriter ecommerce? In realtà a noi copy piacerebbe partecipare a tutta l’organizzazione. Un po’ perché ci chiamano sempre a giochi fatti, un po’ perché entrare nella fase strategica riesce a guidare le nostre parole nella maniera più corretta possibile.

Facciamo un passo indietro: quanti testi e quali devono essere elaborati per un sito ecommerce? In realtà sono tantissimi, i principali che mi vengono in mente sono:

  • Home page o landing page: cosa si legge per prima cosa
  • Contenuti istituzionali: le sezioni chi siamo, o cosa facciamo, o i form per i contatti
  • FAQ: sottovalutate ma potenti, anche ai fini dell’indicizzazione
  • Testi del singolo prodotto
  • Testi delle sezioni
  • Tag “alt” e descrizioni delle immagini (utilissimo per veicolare traffico al sito)
  • Slug, Title, Description: URL parlanti che insieme a titolo e description efficaci contengono un grande potere di conversione
  • Microcopy: voci di menù, call to action, messaggi di convermi, live chat, messaggi d’errore, testi di eventuali pop up

Una volta che il sito è pronto, non c’è da dormire sugli allori: chiamate il vostro copywriter ecommerce di fiducia e cominciate a fargli scrivere i testi per i social, le newsletter, per i mailing diretti, per il blog, per la customer care. Tanto lavoro, da generare tenendo a mente l’utilità, la compresibilità, la creatività. E ovviamente le parole chiave della SEO.

storytelling: raccontare il prodotto

Storytelling e TOV: le armi del copywriter ecommerce

Quali sono le informazioni chiave da inserire nei testi di un sito ecommerce? Quali sono le parole da utilizzare per attirare le ricerche e dare un posizionamento corretto nella serp? Quale stile deve essere utilizzato per parlare chiaramente al consumatore? Queste sono le domande cui il copywriter ecommerce deve rispondere ogni volta che affronta un progetto di scrittura per il web.

Lo storytelling è un metodo di narrazione efficace, che racconta l’azienda e i suoi prodotti con parole coinvolgenti ed emozionali. Le informazioni raccolte in una prima fase di brief si trasformano in un percorso piacevole dove il consumatore si lascia guidare senza fatica. Per la moda e l’abbigliamento possono essere le ispirazioni della stagione; per l’arredamento e il design le nuove tendenze e le soluzioni più tecnologiche.

Il tono di voce da utilizzare dovrebbe essere in linea con quello della comunicazione aziendale. Nelle imprese strutturate esistono manuali e guidelines con terminologie precise da seguire per parlare al proprio target. L’identità verbale di una azienda deve risultare rafforzata, anche se andiamo a produrre solo testi funzionali come le schede tecniche di un ecommerce. Tutto deve fluire morbidamente, in un dialogo diretto con chi sta al di là dello schermo.

Per un copywriter il tono di voce è uno strumento fondamentale: è la traccia sulla quale basare ogni frase, è il colore di ogni parola, è il ponte su cui costruire relazioni di fiducia. Senza il giusto tono di voce il testo risulterebbe fasullo, poco credibile, quindi non funzionale alla vendita.

SEO: la chiave digitale di ogni testo online

Qualsiasi prova di scrittura digitale deve tenere conto delle regole della SEO. I motori di ricerca oggi recepiscono e rispondono a ricerche precise, proponendo risultati che seguono algoritmi molto complessi. La SEO permette di arrivare nelle prime posizioni della serp e di presentarsi quindi come la risposta più affidabile alle richieste degli utenti.

Il copywriter ha le mani sporche di SEO, sempre. Ogni frase, ogni parola, ogni scelta di titoli o informazioni deve tenere conto degli studi del SEO Specialist. É lui che suggerisce quali siano le keyword o i temi da utilizzare, nei testi di presentazione o nelle parti più tecniche come le schede descrittive di prodotto.

SEO per l’ecommerce

Il prodotto e i suoi benefit: la scheda tecnica

Le immagini sono il punto di contatto principale per qualsiasi comunicazione digitale, compreso un sito ecommerce. Ma un buon testo introduttivo dell’azienda o una scheda tecnica scritta bene possono fare la differenza. Parlando dei settori in cui lavoro io – abbigliamento e lifestyle – nessun prodotto potrebbe essere venduto solo con un visual. Un titolo ben calibrato e una scheda tecnica completa sono fondamentali per trasmettere quelle emozioni che un capo produce una volta indossato. O che un arredamento armonioso riesce a far nascere nei nuovi proprietari di casa.

I siti lasciano giustamente uno spazio rilevante alla scheda tecnica, che deve contenere in un testo emotivamente coinvolgente tutte le caratteristiche del prodotto, la sua ispirazione, un suo mondo estetico di riferimento. Spesso viene completato da un bullet point con informazioni più specifiche su composizione, misure, fit, peso.

Anche il cross selling -Amazon docet- è un’arma importante per completare il viaggio del cliente attraverso il nostro sito. Per l’abbigliamento o il lifestyle gli abbinamenti cromatici possono essere suggeriti sia nel testo che in una sezione dedicata di immagini. Ispirazioni e spunti sono un lavoro che il copywriter deve considerare nella scheda di prodotto.

Target ed efficacia

Per scrivere in modo convincente e piacevole, il copywriter deve conoscere in profondità il suo target di riferimento. Ci sono tante tecniche per affinare questa ricerca: alcune aziende lungimiranti fanno ricerche approfondite, altri imprenditori si affidano al loro buon senso, con risultati più o meno professionali. Al copy servono aspettative, valori e un contesto sociale cui far riferimento, per poter dare vita alle Buyer Personas che lo guideranno nel suo percorso.

Pronti per andare online? Nell’epoca delle immagini e dei visual che vincono su tutto, non si è mai scritto così tanto. E il copywriter dedicato alla scrittura dell’ecommerce è utile alla pari di uno sviluppatore per la buona riuscita del progetto.

ecommerce fashion

Fashion copywriter: perché il testo fa bene alla moda

Nei siti e-commerce il cuore della transazione è la scheda prodotto: immagini e testo che un fashion copywriter deve saper creare armoniosamente per finalizzare la vendita, fidelizzare il consumatore, supportare il branding.

Ma come procedere per creare testi adeguati e soprattutto efficaci? Intanto partiamo dalla considerazione che un fashion copywriter è un mezzo venditore di sogni e un mezzo psicologo: ciò che scrive deve avere il sapore del desiderio e insieme catturare la naturale attenzione del consumatore. E su questo perno, giocare con parole evocative, emozionanti, coinvolgenti. Che raccontino un mondo ma allo stesso tempo forniscano le informazioni tecniche necessarie ad una valutazione oggettiva del capo.

 

e-commerce
e-commerce

 

Ecco alcuni punti guida che possono tornare utili per una scrittura efficace:

 

  1. Scrivere semplice: la fluidità e la scorrevolezza del testo sono la chiave del successo. Il fashion copywriter deve assemblare con ritmo piacevole le caratteristiche del prodotto e terminologie evocative, in una perifrasi il più semplice possibile.
  2. Grammatica e sintassi: tralasciando la ovvia realtà che un testo deve essere scritto in italiano corretto, l’utilizzo della sintassi può aiutare la facilità di lettura. I testi delle schede prodotto normalmente non sono molto lunghi, ma ci possono essere prodotti che necessitano di elenchi puntati o dettagli in evidenza. Inoltre sono da evitare periodi lunghi e subordinate complesse, così come l’utilizzo insistente di aggettivi. Avverbi banditi.
  3. Tone of voice: il testo della scheda prodotto è un prolungamento importante della comunicazione aziendale. Non si può quindi prescindere da una coerenza studiata tra il tono di voce del brand e ciò che si racconta anche nei testi più brevi.
  4. Creare relazioni: il fashion copywriter ha l’ingombrante compito di creare una relazione emotiva tra prodotto e consumatore, un link intimo fatto di aspirazione e desiderio, che è la chiave della vendita online.
  5. SEO! Niente ridondanza, niente letture noiose: i testi sono scritti per le persone e non per i motori di ricerca. Quindi un corretto utilizzo delle keyword, dei sinonimi, un posizionamento ponderato delle parole. E soprattutto priorità alla freschezza e alla naturalità della scrittura.
fashion ecommerce
fashion ecommerce

Perché il fashion copywriter fa bene alla moda?

Le vendite online dei prodotti fashion (includo accessori e scarpe nella macro categoria dell’abbigliamento) sono in netta crescita. Un po’ per il fenomeno Covid-19, un po’ perché questa è la strada disegnata già nel 2019, quando Zara presentò un piano strategico che prevedeva una chiusura di parte dei retail store fisici e un incremento delle vendite digitali. La tendenza è scritta, la strada è spianata. Ciò che si può fare è lavorare al meglio per rendere questa nuova fruizione il più piacevole possibile. Con testi ben scritti, originali e non duplicati, con terminologie che non emulano il proprio competitor ma creano ed amplificano l’identità del brand.

 

denim fashion
denim fashion

Piattaforme multichannel in grado di integrare i siti nativi e capsule collection pensate appositamente per il mercato online saranno strumenti essenziali, che riscriveranno le regole del mercato della moda.

 

instagram selfie ellen

Scrivere per Instagram: regole e suggerimenti

Con oltre 1 miliardo e 95 milioni di post al giorno, Instagram è il social più dinamico del web,  senz’altro quello più giusto per postare contenuti moda e lifestyle. Per qualsiasi azienda impostare una corretta strategia di post è il passo decisivo per creare un ponte di connessioni tra consumatori, amici, prospects.

Per ottenere dei buoni risultati su Instagram servono due cose: una bella immagine e un testo rilevante. Spesso sottovalutato dai marketers meno aggiornati, la caption svolge un ruolo fondamentale per far funzionare bene il vostro profilo e creare engagement.
Ecco 7 regole che vi aiuteranno a creare contenuti corretti e “boosting”.

 

7 regole d’oro per scrivere buoni Instagram post

Instagram ha al suo interno un algoritmo che premia i post con maggior engagement (per esempio like, commenti, views dei video e condivisioni). Questo significa che più engagement ha il vostro post, più sarà posizionato al top del feed nella pagina Explore.

Una buona caption aiuterà il vostro post a scalare queste posizioni: è infatti il modo più semplice e diretto per aggiungere informazioni, inserire call to action, comunicare un tono di voce che coinvolga emotivamente il consumatore. E ottenere più like, più share, più follower.

 

Definire e mantenere un tono di voce

Il feed di Instagram deve riflettere voi o il vostro brand, come una vera e propria estensione del sito o del blog. E’ questo il posto giusto per mantenere un tono di voce consistente, preciso, definito sulla vostra comunicazione. Utilizzando certi termini piuttosto che altri, hashtag o emoji, i vostri follower sapranno che siete voi, senza neppure sbirciare al vostro logo.

Non c’è spazio per un romanzo, ma i 2200 caratteri a disposizione sono più che sufficienti per comunicare la vostra personalità, il vostro talento, i vostri servizi. Se siete informali e divertenti potrete inserire emoji e hashtag particolarmente popolari; se invece volete mantenere un tono più formale un paio di frasi con terminologie appropriate faranno al caso vostro, senza emoji che rendono friendly il tutto.
Qualsiasi sia la vostra scelta, abbiate cura che il vostro tono di voce sia coerente, post dopo post.

instagram ferragni fedez

Come un romanzo a puntate

Le caption di Instagram sono lo spazio ideale per raccontare una storia, la vostra storia. Lo storytelling lavora perfettamente anche nei post, creando interesse, curiosità, engagement. Mentre si narra il brand, il suo know how, il suo talento, avrete coinvolto emotivamente il vostro consumatore, incuriosendolo su chi siete e sui vostri prodotti. Da ricordare che nel flow di Instagram ci saranno solo un paio di righe visibili, giocatevele bene!

 

Invitateli ad agire: le CTA

Su Instagram si trovano un’infinità di call to action. Per non cadere nella banalità e per invitare veramente il vostro consumatore a muovere il suo dito, bisogna stabilire la corretta strategia. Se volete farvi conoscere, chiedete di clickare il link in bio, in modo che sia il vostro sito a parlare per voi. Se volete creare movimento intorno al vostro brand chiedete di taggare una foto, un amico, un oggetto, oppure fategli delle domande dirette o invitateli ad acquistare direttamente un prodotto.

Ovviamente le CTA andrebbero poste nell’immagine o nella prima parte del testo, per non essere nascoste dal flow. Ma ogni brand ha la sua strategia e il suo pubblico. Sperimentate e vedrete qual’è la modalità giusta per voi!

instagram kendall

Emoji e hashtags

Gli emoji possono essere utilizzati come complemento del testo ma anche come tattica ‘attira sguardi’ nel flow: mentre l’utente scrolla, può essere attirato da un emoji particolare, che funzioni particolarmente bene con l’immagine del post. Gli emoji possono essere utilizzati anche per enfatizzare la call to action o per mettere in risalto alcuni termini o aree della caption. Ovviamente devono essere in linea con il vostro tono di voce, ma in alcuni casi possono sostituire parole o incuriosire.

Gli hashtag sono un altro elemento fantastico da utilizzare: sono il modo più diretto per connettervi con i follower e incuriosirne di nuovi. Si può decidere di utilizzarli all’interno del testo, ma ultimamente si mettono nella parte finale del testo, per compattarli e rendere più scorrevole la scrittura. Vanno valutati uno per uno, non è detto che una pletora di hashtag sia la scelta più corretta, anzi: spesso devono essere diversi e mirati, per catturare la giusta attenzione.

 

Fate squadra con altri brand

Non siete soli, nella rete; anzi, ci sono tanti profili simili o complementari al vostro. Fare squadra è un’ottima strategia per creare condivisioni, tag, tattiche di sinergia. I followers di ciascuno si scambieranno, aumenteranno, creeranno viralità. Più grande sarà la vostra condivisione, più si potranno mettere in atto strategie come hashtag dedicati. Power is in numbers!

Mantieni viva la conversazione

La caption è un testo breve e necessariamente si deve concludere. Ma non deve concludersi la conversazione che avete avviato con il vostro consumatore, anzi! Coinvolgete il lettore, con domande, inviti al commento, ad aiutarvi a prendere decisioni, condividete dubbi, scelte da prendere. Sarete spesso sorpresi dai risultati!

Non aver paura di sperimentare

Ora che avete capito come scrivere bene un post di Instagram dovete lanciarvi nella sperimentazione. Provate strategie diverse, fino ad identificare quella che risponde meglio con il vostro profilo e i vostri follower. Ad ogni tipologia di post ci saranno risultati diversi: post lungo o corto? Emoji o no? Gli hashtag sono corretti o meno? Osservate e prendete nota dei risultati, ci vuole pazienza e un po’ di tempo, ma i risultati arriveranno.

instagram selfie

smart worker

Copywriter, smartworker.

Già a scrivere il titolo mi viene spontaneo aggiungerci un punto di domanda alla fine. Perché siamo così sicuri che lavorare da casa sia una scelta smart?
Prendiamo ad esempio chi si occupa di scrittura professionale, chi scrive normalmente da casa – scrivania o divano che sia – a cui questa volta la scelta di non recarsi in nessun ufficio venga imposta. E non sto a spiegarvi ora perché, tanto lo sapete tutti. E prendiamo ad esempio questo scrittore, editor, copywriter costretto a casa che ora non sia più solo, serenamente e miracolosamente in solitudine. Ma circondato di marito intensamente occupato e figli che reclamano attenzioni perenni.

really working?

Era smart, il mio lavoro, prima dell’inizio della quarantena. Era bellissimo, rinchiudersi in casa – la mia torre d’avorio – nel silenzio ritmato dai richiami del merlo sull’antenna sopra di me alla sua fidanzata. Ormai conosco la sua canzone a memoria. Chissà se l’ha trovata poi, questa fidanzata. Ma io scrivevo, mi ingegnavo, ricercavo, mi divertivo con le parole. Mi sentivo molto smart ed ero worker, quindi tutto questo funzionava a meraviglia.

Ora le cose sono diverse. Gli impegni familiari sono entrati come prioritari nella giornata, i figli non più distratti e occupati dalla scuola devono essere distratti e occupati dalle attività che io scandisco. E gli spazi per i silenzi si riducono drasticamente. Per non parlare dei tempi del lavoro.

confusion

Ero smart, prima della quarantena, meravigliosamente smart. Ora sono in corsa perenne con le scadenze, con le ore da recuperare la sera, con preventivi stilati mentre rifilo il tablet tanto odiato e tanto amato, telefonate con sottofondi di urla e richiami. Ma mi consolo, anche la signora del customer care Visa mi ha risposto con una bambina che le parlava serenamente in sottofondo.
Mi sono sentita meno sola e un po’ più smart, scappando in terrazza e nascondendomi dietro il vaso dell’acero per rispondere all’ennesima telefonata.

real mum

Bustier

Il vocabolario del fashion editor. B come bustier.

La scelta è stata ardua. Perché la B è una lettera difficile, suggerisce pochi concetti interessanti al fashion editor, o almeno mi è sembrato così. Mi sono venuti in mente anche brand, bionda/blondie, beauty, banana yellow, bomb, boobs (ma era poco corretto), banca, budget e qualcun’altra.

Bustier stampa

Ecco il bustier. Una scelta difficile.

Ma mi sono fermata a bustier, perché è affascinante, perché è poliedrico, perché è trasversale a tante, tantissime estetiche. Ma iniziamo dal principio: intanto il bustier nasce come strumento protettivo da uomo, nel Medioevo, una specie di armatura, con la funzione di proteggere gli organi vitali. Niente di sexy né intimo, ma già quest’uso racchiude in sé l’idea di un “tutore del corpo e dello spirito”. Al contrario di quello che possiamo pensare noi, un uomo in corsetto era considerato virile.

Alle femmine invece la mania di stringersi nelle forme rigide e precostruite inizia nel rinascimento, inizialmente come modo di contenere la “carne bianca e molle”, un po’ anche per l’idea che la donna, di per sé più debole dell’uomo, avesse bisogno di un sostegno per la colonna vertebrale. Roba da sanitaria, insomma. Iniziano a stringersi in vita, ad esaltare il decolleté, creando anche delle difficoltà agli organi interni – si è arrivati a spezzare costole e causare morti e svenimenti!

Un guardaroba di tutto rispetto doveva prevederne uno per ogni abito. E un abito per ogni occasione. Era insieme uno strumento di tortura e di bellezza provocatoriamente esibita, simbolo di quella femminilità peccaminosa ritratta da Toulose-Lautrec o sublimata dai romanzi di Honore’ de Balzac e Guy de Maupassant.

Bustier dolce e gabbana

Coco Chanel e la rivoluzione del costume.

Viene bandito dagli armadi da quella grande rivoluzionaria di Coco Chanel e minacciato a morte dalla rivoluzione del Maggio ’68, ma dopo pochi decenni gli stilisti, da Vivienne Westwood, a Jean-Paul Gaultier e Dolce & Gabbana, se ne sono riappropriati facendolo diventare un accessorio glamour delle star (Kylie Minogue, Madonna, Lady Gaga) e un inno alla lingerie.

Rimane nella storia della moda il corsetto con coppe a punta che Gaultier disegno’ per il tour di Madonna nel 1990.

BUSTIER mADONNA

Refusi, i peggiori nemici dei copywriter. Come riconoscerli e correggerli.

Concettuali o tecnici, i refusi sono sempre errori.

Sulle copertine, sui titoli, sulle pagine di pubblicità, proprio dove non dovrebbero essere. I refusi sono un errore comune, il più banale, che incide sulla qualità del lavoro finale – e sulla nostra autostima. Ma ci sono dei modi per evitarli, delle piccole tecniche per astrarsi e diventare dei fini revisori di bozze.

Il copywriter è una versione aggiornata e innovativa di amanuense, un artigiano della parola che fa dell’abilità e della sua creatività un valore aggiunto. Aggiunto a precisione e capacità tecniche. Chi scrive tanto testo, centinaia di migliaia di parole, è inevitabilmente sottoposto ad una percentuale d’errore alta. A volte però il refuso arriva all’inizio, inaspettato, o in un testo breve come un post su Facebook. Capita a tutti, anche dopo la rilettura, di non vedere un accento o un errore di battitura. Come evitarlo? Ecco alcune tecniche basilari.

 

Errori concettuali, la difficoltà di scovarli.

fante o non fante

Sono gli strafalcioni più nascosti, quelli più impercettibili. I refusi concettuali si nascondono nelle pieghe del testo (o del visual!). Ad esempio nell’immagine sopra la copertina non riporta l’immagine di John Fante, bensì quella di Stephen Spender. Una leggerezza evidenziata da Einaudi stessa, che ammette l’errore.

Ma si può scivolare su indicazioni temporali (date errate), geografiche, informazioni imprecise. Ad esempio attribuire un testo all’autore sbagliato, indicare una capitale della nazione errata.

 

Come riconoscere ed evitare il refuso concettuale.

Purtroppo non esiste formula magica, l’unica soluzione è la verifica accurata. Non fidarsi di nulla, rileggere con la mente settata per smentire ogni riga, con il dente levato per principio.

  • E’ l’immagine giusta?
  • Questa data è verificata?
  • La manica è davvero a palloncino?
  • La composizione corrisponde all’immagine?

E via così, in un difficilissimo percorso ad ostacoli. Possono venire in aiuto Google, versioni precedenti dello stesso testo, la verifica con stakeholder e così via. Se possibile la revisione andrebbe lasciata a quaslcun altro – sempre che ce ne sia il tempo e la possibilità economica. Nel caso di testi più o meno brevi ci sono diversi tool online per il controllo grammaticale (ad es. Language Tool o Spellchecker) che possono aiutare ma non certo per errori concettuali.

 

Il refuso grammaticale. Dove casca l’asino.

frase interrotta

Qui si comincia a divertirsi. Si trovano tantissimi esempi di refusi, dagli accenti alle doppie alle frasi monche, dalle lettere invertite. Per non parlare di doppi spazi, d eufoniche, maiuscole “accentate” con l’apostrofo e via così.

A commetterli sono le grandi agenzie di pubblicità così come i quotidiani, per non parlare di noi piccoli amanuensi, delle pubbliche amministrazioni o dei singoli cittadini che desiderano comunicare concetti importanti al proprio prossimo.

 

precedenti o meno

 

Copy tips: le tecniche per la correzione veloce.

Tutti noi scriviamo con un computer, normalmente utilizzando Word (o Excel) che contengono al loro interno alcuni strumenti automatizzati per la correzione di bozze. Il primo, insostituibile aiuto ci viene dal comando “Trova/Sostituisci“. Ti può servire velocemente per trovare:

  • Doppi spazi
  • D eufoniche
  • Maiuscole accentate con apostrofo (es.: E’)
  • Apostrofi mal formattati.
  • Spazi tra parole e segni di interpunzione

Ecco come fare per eliminare i doppi spazi.

Per eliminare i doppi spazi, nel campo “Trova” clicca due volte sulla barra spaziatrice. Se vuoi utilizzare “Sostituisci” clicca una sola volta. Il comando a Word sarà quello di trovare tutti i doppi spazi e sostituirli con uno spazio solo.

D eufoniche

La d eufonica è elegante ma rende un testo pesante alla lettura. Va utilizzata con parsimonia e solo in determinati casi (cioè quando avviene l’incontro tra congiunzioni o preposizioni con la stessa vocale della parola seguente). Ad esempio ed essi, ad Anna. Ci sono tre d eufoniche, ad, ed, od. Per eliminare le d eufoniche inutili, nel campo “Trova” dovrai ripetere l’operazione che segue per ciascun caso.

  • Scrivi “ad”, quindi batti sulla barra spaziatrice.
  • Dopo lo spazio aggiungi tutte le vocali, tranne la “a” – “ad e”, “ad o”, “ad i” “ad u”, una alla volta. In questo modo troverai le occorrenze da eliminare.

Per i casi “ed” e “od” userai tutte le vocali tranne la “e” nel primo caso, e la “o” nel secondo.

Maiuscole con apostrofo e apostrofi mal formattati

Qui il lavoro da fare è molto semplice, come per il caso dei doppi spazi. Per correggere le maiuscole apostrofate, e non accentate come dovrebbero essere, fa’ così:

  • Nel campo “Trova” scrivi dapprima E’, per esempio.
  • Nel campo “Sostituisci” inserisci la versione corretta, quindi È.

Queste le indicazioni principali, con le quali poter velocemente verificare refusi e difficoltà linguistiche. E ora, al lavoro!

 

presonale ingresso

 

fashion editor vocabolario

Il vocabolario del Fashion Editor – A come aggettivi.

Idee e approfondimenti su come scrivere per la moda.

 
A come … Aperol. Se la prima idea è la vincente, so già cosa fare stasera. Ma se mi concentro un pochino di più e penso alla prima parola professionalmente utile che comincia con la A, arrivo ad aggettivi. Perché? Perché nel lavoro del fashion editor o fashion copywriter che dir si voglia, gli aggettivi sono una colonna portante
 
Che siano scarni, asciutti e sintetici o barocchi e voluttuosi, che siano parole singole o metafore gioiose, voli pindarici o citazioni cross media, sono loro a dare la temperatura e la cromia giusta alla vostra frase.
 
Creano immagini, aggiungono calore, suggeriscono mondi entro i quali tuffarsi. Sono il sapore del brand, sono la chicca del tono di voce. Possono essere banali, inflazionati, inutili, qui la difficoltà – e l’abilità – dell’editor nel dosare con perizia quelli più interessanti e adeguati. Con la grazia e la maestria del pasticcere, perché il nostro lavoro si fa col cuore, mica siamo generatori di testi qualunque.
 
 
Io inizio sempre con una piccola ricerca, con la visualizzazione del prodotto e del suo mondo di riferimento. Chiudo gli occhi e lo osservo mentre si muove, onirico e gioioso, quale che sia la sua anima. E da lì tutto un mondo – il mondo della semantica – si schiude e mi sorride. 
 
A volte. Certi giorni invece guardo il mio bel cappotto appeso da descrivere e non mi dice nulla. Lo fisso con interesse e quasi mi dà le spalle.
Aggettivi da cesellare, da ritoccare, da tagliare. Aggettivi da aggiungere, da sbozzare. Tenendo a mente sempre il principio per cui se non è necessario, allora meglio toglierlo. Povero aggettivo …

Fashion Copywriting: migliorare le descrizioni di prodotto per vendere di più

I negozi online, o gli e-stores come dicono gli addetti del settore, stanno diventando sempre più importanti. Lavorano spesso a fianco del punto vendita fisico, offrono molto di più in termini di disponibilità e taglie, e sono un’ottima opportunità di business. Necessitano di alcuni investimenti iniziali e di contenuti costantemente aggiornati, ma sono estremamente profittevoli. Tuttavia soffrono di una strutturale difficoltà – quella della lontananza dal cliente – che li rende freddi e spesso troppo basati su calcoli quantitativi piuttosto che su capacità e caratteristiche qualitative. Descrizioni di prodotto coinvolgenti e ben scritte permettono di massimizzare le propensioni all’acquisto da parte dei visitatori, ottenendo quindi il nostro goal, vendere di più. Ecco allora alcuni tips utili a migliorare le descrizioni prodotto ed attirare il vostro consumatore a cliccare sul pulsante “Aggiungi al carrello”!

Sorprendi, stupisci, emoziona.

Online il cliente è solo, non ha amici o commessi che lo supportano e lo consigliano, che lo aiutano nella fase della scelta e dell’acquisto. Manca il fattore umano. Ciò che un buon testo deve fare è immedesimarsi nel consumatore ideale, entrare nel suo punto di vista e fornirgli quel supporto emotivo, caldo, personale, che uno schermo di computer non può trasmettere. L’esperienza dello shopping è piacevole in negozio, dobbiamo cercare di rendere altrettanto positivo un acquisto in solitaria online. Quindi cercare di costruire quella connessione tra brand e cliente, trasmettendo valori, sogni, promesse. Anche un testo di prodotto può trasmettere il sapore di un mondo appealing e desiderabile.

Rivolgersi al consumatore ideale

Scrivere in modo neutrale, per piacere a tutti, risulta freddo e alla fine poco efficace. Bisogna rivolgersi direttamente al nostro consumatore, lui o lei che sia, parlandogli come se ci si stesse guardando negli occhi. Dall’altra parte della tastiera lui o lei si sentiranno coinvolti direttamente, e reagiranno di conseguenza. Proprio come se fosse fisicamente davanti a voi.

Usare titoli semplici e concisi

I titoli devono essere sintetici e precisi, devono dire con poche e semplici parole che cosa si sta vendendo. Meglio quindi utilizzare termini basici, comprensibili, non gergali per quanto possibile. Non chiamate il prodotto con un nome personalizzato, che solo voi potete comprendere. Ovviamente poi nella descrizione andrà utilizzato il linguaggio corretto della moda.

Allure e benefit per attirare l’attenzione, non specifiche tecniche

Certo le caratteristiche tecniche sono fondamentali e non possono mancare nella descrizione, ma il nostro sforzo dovrà focalizzarsi nella direzione di attirare l’attenzione del vostro potenziale buyer. Quali sono i contenuti intrinseci del prodotto? Come mi farà sentire? Come mi starà addosso? E’ quello che cerco per completare il mio look? Comunicare l’allure e una proiezione di sé invita il potenziale consumatore ad avvicinarsi all’acquisto.

Lasciate a loro la scelta

Quando un commesso esalta le caratteristiche di un prodotto di “eccellente qualità” la vostra reazione naturale sarà quella di pensare “ok, sta cercando di vendermi qualcosa”. Non dobbiamo sottovalutare le capacità di valutazione del nostro consumatore, meglio utilizzare perifrasi e lessico che permettano a lui stesso di giudicare ciò che sta guardando. Le immagini ed il testo dovranno essere ben strutturati per offrirgli tutte le informazioni, senza lodi inutili.

Personalità e tono di voce

Il tono di voce trasmette la personalità del tuo brand. Possiamo risultare sexy, spregiudicati oppure rigorosi, severi. O ancora classy, giovani, contemporanei, divertenti o impassibili, seriosi o leggeri. Se vogliamo risultare divertenti, il nostro linguaggio dovrà essere leggero ed umoristico. Le immagini ed il testo dovranno chiaramente comunicare questo messaggio. La personalità del brand deve compenetrare tutti i contenuti, e quindi tutte le descrizioni di prodotto.

Evitare tecnicismi

Nel descrivere un capo dobbiamo includere le caratteristiche tecniche fondamentali, come il fit, i materiali, le finiture. Senza però eccedere in tecnicismi. Chi ci legge non necessariamente ha una cultura nel fashion come possiamo averla noi, né è interessato ad averla. La fruizione del testo in questo caso è piuttosto rapido, meglio essere chiari e semplici per evitare una lettura “effetto scan” che toglierebbe interesse e appealing al nostro prodotto.

Le specifiche tecniche sono una parte importante della vostra pagina. Non solo supportano il consumatore nel crearsi un’idea dettagliata di ciò che sta per acquistare, ma lo aiutano anche nella ricerca di quello specifico prodotto.

Mantenere lunghezze di testo coerenti

Per garantire una user experience piacevole e funzionale, è bene mantenere una lunghezza dei testi coerente tra un prodotto ed un altro. Da evitare testi troppo corti se altri prodotti l’hanno corposa e viceversa. La sensazione potrebbe essere quella di una mancanza di informazione o di scarsa attenzione per quel capo.

Aggettivi e immaginazione

Gli aggettivi possono essere utilizzati per creare perifrasi suggestive e piacevoli. Il vostro consumatore non può toccare il prodotto, ma il testo descrittivo può aiutarlo ad immaginarlo, sentirlo, proiettarsi in esso. Come mi starà addosso? Sarà morbido e caldo? Che tipo di fit potrà avere? Una descrizione ricca in aggettivi (con moderazione!) lo immergerà completamente in un mondo – touch and feel – che lo spingerà verso il desiderio di acquisto.

Fashion words: un linguaggio dedicato

Il mondo della moda ha un linguaggio tutto suo. Padroneggiarlo e giocare con la creatività è il valore del fashion copywriter, la sua professionalità. Solide basi professionali permettono di conoscere terminologie specifiche, lessico emozionale e perifrasi di tendenza. Una costante lettura dei magazine, la visione delle sfilate e delle collezioni, il quotidiano esercizio e relativa ricerca permettono risultati eccellenti.

Le 4 C

Per una valutazione veloce di un testo di prodotto, si può applicare la regola delle 4 C:

  • Clear: il testo risulta nel suo complesso di facile lettura? Comunica la vera essenza del prodotto? E’ facile da leggere?
  • Captivating: il vostro consumatore sarà attratto dal testo, o lo scorrerà velocemente? E’ piacevole e coinvolgente? E’ emotivo ed appealing?
  • Concise: Troppo lungo, troppo corto? Le parole sono usate con parsimonia o al contrario abbondiamo in termini che poco aggiungono a ciò che si è detto?
  • Complete: Il testo sta completando l’immagine di prodotto? E’ in grado di comunicare ciò che dalle fotografie non si riesce a comprendere?

Questi sono solo alcuni suggerimenti per capire come un fashion copy affronta una collezione da descrivere. La lista è lunga e certamente incompleta, mi farebbe piacere se voleste unirvi ed aiutarmi con spunti o idee nuove. Come è la vostra esperienza da consumatori? Cosa vi piacerebbe trovare in una descrizione?

 

pitt engagement

Contenuti interessanti, engagement e social copywriting.

I lettori vanno coinvolti: come creare engagement e sfruttare al meglio il social copywriting.

Creare contenuti pertinenti e rilevanti sui social è divenuto oggi uno sforzo importante per qualsiasi impresa.
I social media manager sanno che la parte da leone la può fare il visual storytelling, e spesso si concentrano su questo aspetto. I video e le immagini sono i contenuti più visitati, grazie alla loro facile fruizione – le informazioni visive vengono elaborate fino a 60.000 volte più velocemente!

Ma un buon utilizzo della scrittura online è un elemento imprescindibile per qualsiasi strategia social, considerando anche le peculiarità dei diversi canali e i differenti pubblici coinvolti. In un ambiente complesso come quello dei social, basato sulla velocità ed immediatezza del messaggio, saper utilizzare le parole corrette diventa prioritario. E’ attraverso le parole che si possono veicolare messaggi diversi, come aumentare le visite al sito o al blog o generare azioni di inbound marketing.

engagement visual storyt

Il social media manager conosce bene le teorie esoprattutto cerca di creare engagement. Ma cos’è esattamente? E perchè è così importante?

La traduzione letterale dall’inglese non rende giustizia del significato ampio e composito di questo termine: nell’ambito del marketing si parla di coinvolgimento, ovvero di quanto si riesce ad attirare non solo l’attenzione del proprio target ma a spingerlo ad agire, in prima persona, in attività quali commenti, visualizzazioni, risposte, dibattiti, ed infine acquisti. Insomma serve a creare una interazione utile su qualsiasi canale social.

Per sviluppare engagement bisogna sfruttare al meglio la caratteristica ‘social’ dei propri canali, avvicinando il proprio consumatore fino al punto da creare un contatto diretto. Le teorie suggeriscono come prima azione di creare un calendario editoriale che possa avvicinare il proprio consumatore ed offrirgli servizi e prodotti che siano altamente interessanti. Ma per generare engagement vero, serve trasformare in agorà i propri social, in luogo di discussione aperto, dove l’umano prescinde e sovrasta, dove il contatto diretto non è percepito come finalizzato ma come condivisione e supporto.

Ecco che attraverso un buon utilizzo del social copywriting si possono sfruttare al meglio le caratteristiche del mezzo, per generare un contatto che diventi non solo interessante ma anche utile.

Identifica il target e sfrutta le sue caratteristiche

Creare testi mirati al proprio target è la regola d’oro. Solo identificando il nostro buyer persona possiamo creare testi in grado di soddisfare le richieste e le aspettative dei lettori. Cerchiamo per prima cosa di capire qual è il target esatto al nostro prodotto o servizio, cosa sta cercando su internet e offriamogli risposte e supporti, spunti, suggerimenti.

Con una corretta scrittura, con il giusto tono di voce, possiamo trovare un punto di contatto con il nostro potenziale cliente, che si avvicinerà a noi attratto dalla soluzione ai suoi problemi o dubbi che gli stiamo offrendo. La scelta dello stile di scrittura o del tono di voce è fondamentale in qualsiasi tipo di comunicazione, soprattutto se vogliamo creare engagement.

engagement social

 

Coinvolgi il tuo utente e spingilo a generare contenuti

Una buona strategia di engagement prevede anche l’utilizzo di tattiche specifiche ad ottenere user generated content, cioè contenuti generati direttamente dagli utenti. Ad esempio chiedere di postare immagini scattate mentre si utilizza proprio prodotto, o chiedere una recensione. I social sono un mezzo che gioca potentemente con il desiderio di protagonismo degli utenti e sfruttando questa caratteristica si possono indurre azioni facili e veloci che generano engagement.

Ovviamente ogni social ha le sue caratteristiche e vanno sfruttate al meglio: utilizzando immagini su Instagram, hastag su Twitter, copertine o post su Facebook. Deve diventare un gioco divertente in cui in palio c’è la visibilità personale.

CTA ovvero call to action

Ogni buon social media manager sa che i messaggi sui social devono contentere delle call to action – ovvero degli inviti ad agire. Può essere soltanto un commento, una opinione, un gioco, insomma una azione fisica che il consumatore è invitato a fare. Crea engagemente e non impegna!

calal to action engagement

Il social copywriting è una tecnica complessa ed altamente specialistica, che genera testi in grado di spingere le persone verso i tuoi obiettivi strategici. Senza risultare forzato od innaturale, sfruttando alcune leve – ne abbiamo visto solo alcune brevemente- e l’abilità di creare testi semplici ed immediati, che arrivino al cuore del proprio consumatore.

 

parole shoes

Vocabolario Couture. Le parole della moda.

Scrivere per la moda è una attività che personalmente trovo piacevole, quasi ludica. Alle mie spalle ci sono anni di ascolto e formazione direttamente negli uffici prodotto, dentro i meandri della creazione e dello sviluppo, nelle pieghe misteriose del merchandising di prodotto. Ci sono letture di volumi di estetica e storia della moda, così come di infinite pagine di riviste e giornali di settore. A scovare terminologia e stile, estetica della parola, effimero e meraviglioso piacere nel sentir soffiare significati che evocano emozioni, bellezza, femminilità, arte. Le parole come mezzo di conoscenza.

Creare testi che rispecchino tutto questo, magari in poche, pochissime parole, non è semplice. L’arte del copywriter è quella di saper parlare al cuore, creare messaggi empatici, diretti. Per la moda ed il lusso si tratta di far sognare, trasmettere emozione, far vivere per un momento il proprio interlocutore in un modo magico.

Le persone non dimenticano come gli altri le hanno fatte sentire. Bill Bernach

L’innamoramento per questo mondo non è stato subitaneo. E’ iniziato in sordina, lentamente, aggirando la mia crudezza di ragazza fino ad affascinare e carpire il mio cuore di donna. Con parole dolci, ricami arditi, forme sognanti. Ho avuto il piacere e la fortuna di vedere e di toccare capi di alta moda, più simili ad opere d’arte che abiti. E lo stupore e la meraviglia di tutto quel lavoro manuale ispira sempre più rispetto, grande ammirazione, fascino infinito.

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Alla fascinazione estatica per quello che può essere definito un mondo di immagini e parole, si deve però affiancare una preparazione tecnica, rigorosa, faticosa, incredibilmente amplia. Termini, concetti, strategie, dettagli, lavaggi, trattamenti, tagli, forme. Parole che descrivono con precisione. Cosa differenzia una manica a palloncino da una a petalo? E un cargo pant da un harem? Ogni settore – sport, maschile, femminile – ha le sue caratteristiche. Senza tralasciare gli accessori e soprattutto le calzature, un altro mondo in cui perdersi con passione ed occhi incantanti. Servono parole, per descrivere ciò che risulta da un lunghissimo e spesso silenzioso percorso. Servono parole per raccontare l’impegno, l’ispirazione, il lavoro che si cela dietro ogni pezzo. E’ un lavoro di storytelling in miniatura, cesellato, creato con amore infinito.

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Vorrei condividere infine questo video di Chanel perchè riesce a rendere limpido il messaggio rivoluzionario di una donna/business che è riuscita nel tempo a creare icone estetiche e linguistiche che hanno attraversato i decenni. E che tutti noi utilizziamo quotidianamente, senza neppure renderci conto di dove e come sono nati.

 

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Le incertezze del freelance. Piccola storia -non solo- personale.

Le incertezze del freelance, ovvero come vivere indecisi e non sapere mai chi si è e cosa si deve fare.

Quando un essere umano decide di non voler più sottostare a regole imposte e programmi rigidi, di non voler più seguire progetti che non lo interessano e a cui non tiene, di non sopportare più il non sentirsi riconosciuto, apprezzato, sfruttato per il meglio che può dare e non perchè è un numero operativo, ecco allora decide di fare il grande salto.

A me è capitato tutto insieme: insoddisfazione, difficoltà, maternità, lontananza dal posto di lavoro. E la decisione di intraprendere una nuova professione – che era solo un hobby, un piccolo passatempo piacevole ed economicamente soddisfacente – entra nell’occhio di bue dello spettacolo e ne diventa protagonista.

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Si fa presto a dire freelance.

Decidi di aprire una partita iva, fai conti per giorni e giorni per capire quanto devi guadagnare per guadagnare davvero escluse tasse e contributi, cerchi commercialista, parli parli parli e scopri mille clausole che non avevi considerato.
Ci dormi su ancora un pochino e poi ancora, ti svegli deciso. Sì, farò il freelance, è questo che desidero, è così che voglio vivere. E allora avanti con le scartoffie e gli uffici e la pazienza che mina la sicurezza.

Il primo cliente è lì, dietro l’angolo, si guadagna poco ma serve a fare da volano alle giornate, alla motivazione, alla piacevolezza di aprire il pc il mattino e dedicarsi al personal branding con passione e dedizione. Per far si che i vuoti diventino pieni, per sentire il cervello girare a ritmo intenso e piacevole. Essere utili non solo a se stessi. Fa bene alla pelle, lo sapevate? Toglie occhiaie e rughe, che nel frattempo crescono senza controllo.

E domani?

Domani è un altro giorno. Già. Ma un altro giorno senza sicurezze, prospettive, guadagni. Serve determinazione, costanza, pazienza. Disciplina mentale oltre che fisica per sedersi più o meno alla stessa ora, tutte le mattine, davanti al pc e cominciare la giornata professionale senza perdersi in elucubrazioni troppo scontate. Mail, contatti, social, rispondi prepara, concentrati e studia. Stila la tua strategia, ricordati di seguirla ed implementarla. Devi scrivere chi sei e non perdere il ritratto mentale, il tuo faro, la tua guida.

Essere freelance non è una passeggiata. Implica gestire incertezze come il tuo pane quotidiano, l’eleasticità diverrà il tuo mantra. L’affanno va ridotto – yoga a manetta! – ad un esame ed una autocritica (compagni, a me!) potente, tutti i giorni. Stai sbagliando? Hai verificato i testi? Hai scritto il post giusto? Posti all’orario corretto? Interessa ciò che scrivi? Hai verificato bene i testi (non è mai abbastanza)? Sono troppo lunghi, poco chiari? Hai lavorato di networking? Hai considerato una via alternativa per farti conoscere? Ci sono opportunità che non hai colto?

Vai e stai sereno, freelance. Il mondo è ai tuoi piedi. Serve impegno, ma ce la farai.

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Cosa leggere nel 2018. I titoli indispensabili per i copywriter – e non solo.

Leggere. Di più, meglio, non solo al computer o a tempo perso, non solo blog di guru della comunicazione. Non solo di sera, già sotto il piumone, a sottolineare manuali e cercare di focalizzare concetti che il sonno cancellerà presto.

Dedicare più tempo alla lettura è un investimento per ogni copywriter. E’ formazione. E’ cultura, cibo per l’anima e per la mente. E’ ingrediente segreto per ogni creazione ed articolo a venire. La polverina magica di Trilli. Indispensabile per prendere il volo.

Ma cosa leggere?

Ho una piccola lista di grandi classici che ancora mancano alla mia libreria. Alcuni ci sono già fisicamente ma non sono ancora stati affrontati e li ho lì, sulla rampa di lancio verso la mia scrivania – o il mio comodino, più spesso. Ma qui vorrei fare un elenco di testi da leggere, utili a chi fa comunicazione e nello specifico a chi vuole prepararsi alla professione di copywriter o meglio web writer. Nelle mie ricerche ho trovato un sacco di titoli,  tutti interessanti. Gli argomenti sono soprattutto inerenti al mestiere di copywriter, content marketer, scrittura professionale, SEO,  comunicazione sui social e quindi su web.

Per dare un senso alla lista mi sono limitata a 10 punti, un numero medio che permette di essere ragionevole e di non scoraggiare chi desidera affrontare l’argomento. L’ordine non rispetta l’importanza dei testi, che ovviamente varierà a seconda di chi legge.

1. Il copywriter, mestiere d’arte di Emanuele Pirella

Cominciamo dal copywriting classico, da un classico della letteratura di comunicazione. Uno dei più grandi creativi italiani ci racconta tutti i suoi segreti e spiega le regole della comunicazione nella pubblicità. Appassionante, istruttivo, piacevole ed utile.

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2. #Digital Copywriter di Diego Fontana

Dalla scrivania di Diego Fontana un libro utilissimo e piacevole sull’evoluzione del copywriting, con piccola prefazione storica e tanti suggerimenti e tool per adattare la propria scrittura alle necessità del web. Esempi e pratiche incluse.fontana letture

3. La parola immaginata di Annamaria Testa

Un grande classico da una grande maestra della comunicazione. Tutti gli aspetti teorici e pratici del mestiere del copywriter esposti con garbo, maestria, scrittura vivace ed appassionante. L’ho letto per la prima volta quasi 18 anni fa, oggi la nuova edizione è meravigliosamente aggiornata e riporta tutte le regole ed i meccanismi necessari per creare campagne efficaci.

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4. Guida all’uso delle parole di Tullio de Mauro.

Parlare e scrivere semplice per farsi capire. Per diventare copywriter serve padroneggiare la lingua italiana con attenzione e garbo. De Mauro spiega come farsi comprendere facilmente pur scrivendo di concetti difficili. Piacevole alla lettura, un classico ripubblicato da poco.

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5. Il mestiere di scrivere di Luisa Carrada.

Una grande professionista della scrittura ci regala una visione di insieme della professione oggi, degli strumenti disponibili, indicazioni e suggerimenti pratici da applicare facilmente. Nello stile semplice e colloquiale che contraddistingue il suo lavoro, Luisa Carrada fornisce uno strumento utilissimo e professionale. Non inserisco ma cito anche gli altri suoi titoli, in primis Guida di stile e Scrivere un’email.

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6. Le nuove regole del marketing e delle PR di David Meerman Scott.

Un classico del business completamente aggiornato e rivisto. Strategie semplici, informazioni e tecniche pratiche con moltissimi esempi, dall’inbound marketing al content marketing, considerando l’uso dei social più aggiornati. Una guida pratica utile e funzionale. Facile anche da leggere.

 

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7. SEO Power. Strategie e strumenti per essere visibili sui motori di ricerca di Giorgio Taverniti.

Non si può scrivere oggi senza sapere cos’è la SEO e quali sono le sue regole. Giorgio Taverniti tratta il tema con puntualità ed approfondimento, affrontando tutti i principali argomenti del come attrarre link ed attenzione. Non manca un robusto approfondimento sui Video e YouTube con la descrizione di tecniche poco conosciute, la promozione delle Applicazioni mobile e un modo nuovo di vedere la SERP di Google tra Entità, Personalizzazione, Categorizzazione, Freschezza dei contenuti, Universal Search.

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8. Fai di te stesso un brand di Riccardo Scandellari.

Sembra fuori tema ma non lo è. Ritengo questo testo una pietra miliare per chi deve creare una identità online, personale o aziendale, per migliorare e conquistare visibilità. Qui Skande piega le potenzialità dei maggiori social network, come ottenere il massimo da essi e come sfruttarli per il proprio business. Personal branding e web reputation sono oggi fondamentali, come questo testo.

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9. In search of excellence di Tom Peters e Robert H. Waterman.

Da tempo bibbia dei manager, continua ad influenzare i pensieri e le strategie delle principali aziende. In questo libro sono state identificate le 8 caratteristiche dell’eccellenza, 8 principi manageriali esposti in altrettanti capitoli, nei quali si affrontano valori che da sempre segnano la differenza tra aziende vincenti e non. Un pilastro, in inglese purtroppo.

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10. Nell’incertezza dell’ultimo titolo ve ne do molti.

E nello specifico segnalo i softsell, cioè quelle pubblicazioni non rilegate che sono però la bibbia dei comunicatori e quindi anche dei copywriter. Adweek, sia online per praticità che la versione cartacea. Per tenersi aggiornati e belli pimpanti sulle principali campagne e sulle tendenze della comunicazione. Prima Comunicazione, anche qui online o stampata, per le breaking news italiane del settore. ADCE, Art Directors Club Europe, con i prize annuali e le migliori campagne per categoria. MySocialWeb, di Riccardo Esposito, il mio guru preferito della comunicazione scritta online, cioè del web copywriting. 4writing, altro sito e blog estremamente interessante sulla scrittura online, così come Pennamontata, ormai pilastro del copywriting italiano. Chiudo con l’inglese Copyblogger, interessante, facile da leggere e soprattutto ricchissimo di spunti e suggerimenti.

Ora mi fermo altrimenti non finisco più. Ma ho il computer pieno di link, spesso senza il tempo di guardarli tutti. Mi sono dimenticata di Bruno Munari. Pazienza, ci scriverò qualcosa nel prossimo articolo.

Ora voglio sapere cosa vi piace di più, se la mia lista è apprezzata o vi pare monca, se c’è qualcosa da sostituire. Tutto è necessario, nulla è necessario.
Vi aspetto anche sulla pagina Facebook!

 

propositi 2018

I buoni propositi del copywriter.

Non mi sento certo originale, ma all’inizio del nuovo anno viene spontaneo parlare di buoni propositi. Stilare una lista delle cose da fare, quelle da non dimenticare, i progetti da realizzare senza indugio nè pigrizia. Per non lasciare al caso nè alla inventiva del momento, per pianificare con strategia e con chiarezza. Ma soprattutto per verificare se quello che sto facendo ha veramente ed onestamente un senso ed un ritorno, marketing parlando. Non sono solo progetti, ma approcci, liste di memo, appunti. Desiderata.

Ecco la mia personale lista di buoni propositi per il 2018.

  1. Leggere di più e leggere meglio. Non è facile ritagliarsi spazio e tempo per leggere. La sera è occupata dalla famiglia, il giorno dal lavoro – e pare sempre che leggere abbia a che fare col cazzeggio. Ma devo considerare invece la lettura come parte integrante della mia professione, sia che si tratti di manuali o libri tecnici che di letteratura pura. Insomma, preparerò la lista anche dei libri da leggere! Prossimo post? Lista dei testi immancabili nel 2018.                                                                                                                                                                                           propositi leggere
  2. Più social e meno fuffa. Allargare i miei social professionali dedicando loro meno tempo ma più qualità. Quindi piano editoriale e tools migliori per velocizzare e migliorare la comunicazione. Voglio espandere la mia presenza ma non il tempo che dedico alla preparazione ed adattamento dei contenuti e formati. Faccio da sola ma posso fare meglio.
  3. Creatività. Di più. E’ un impegno grande, prevede tempo, dedizione, risorse, ricerca. Ma prometto di preparare e pubblicare articoli migliori, più interessanti, più creativi. Lo faccio per me, per mio allenamento. Ma lo faccio anche per chi legge, perchè in fondo se stai leggendo è perchè ti sto dicendo qualcosa di utile ed interessante. Ed è questo il punto più importante.propositi creatività
  4. SEO. Approfondire con corsi e studi. Non basta essere preparati, bisogna essere aggiornati. Ho già un piccolo piano di attività formative da svolgere, spero di poterci dedicare del tempo utile. Serve a me, serve al mio lavoro, serve ad ottenere risultati migliori. E quindi a lavorare meglio. A breve una lista di appuntamenti ed occasioni da non perdere nel 2018.
  5. Prospezione. Quando lavoravo in azienda era la parola magica di ogni commerciale. Nel periodo tra una stagione e l’altra serviva fare prospezione, per gli esseri umani andare a conoscere nuovi clienti, andare a presentarsi, cercare collaborazioni. Ecco, vorrei poter allargare il mio raggio d’azione, mettermi in contatto con altre realtà, espandermi non tanto quantitativamente ma qualitativamente. Non è facile da farsi ma so che lo voglio e lo devo fare. Determinazione, come sempre, e pazienza. Primo passo visita a Pitti Immagine Uomo domani. Pronti? Via! propositi list
  6. Marketing. E’ facile fare marketing per gli altri. Guardare, analizzare, recepire, creare. Ma per se stessi? Urge piano di personal branding (aiuto Skande!) e di marketing personale. Devo mettermi in discussione, a nudo davanti a me stessa, con l’onestà di dichiarare i punti deboli e quelli di forza, per poter migliorare. Pare facile.

Non sono molti punti, anzi direi che sono pochi. Ma ognuno di questi implica impegno ed azione, tempo, dedizione e fatica. Speriamo che il 2018 possa essere astralmente clemente e mi permetta il tempo e la voglia di portare il tutto a termine. Per prima cosa ho realizzato la pagina Facebook di Anita Ponza, e questo è già un buon inizio. Cominciamo!

Ora però voglio sapere cosa ne pensate voi.

Quali sono i vostri buoni propositi, cosa sentite che vi manca nel 2018 e che vorreste tanto realizzare? Quale forza interiore serve trovare per portare a termine i propositi? Se mi scrivete, prometto risposta e soprattutto di darvi una mano, per quanto in mio potere. Buon anno nuovo!

propositi cit

no budget

No budget? Miniguida di attività a costo zero.

Quanti sono gli imprenditori che vorrebbero comunicare bene ma non hanno budget?

Non è la prima volta che incontro aziende od imprenditori che apprezzano la comunicazione e la mia offerta di servizi, ma non se li possono permettere. No budget è una parola comunissima, una situazione esistenziale, un input che ormai sono abituata a gestire. Piccole aziende, negozianti, artigiani avrebbero enormi vantaggi da un’utilizzo corretto della comunicazione ma spesso non vanno oltre alla verifica del preventivo.

Quando un imprenditore si rende conto di dover evolvere, di aver bisogno di comunicare, di entrare nel mondo digitale, di essere carente in contenuti di qualità che potrebbero aumentare il network e migliorare le performance di vendita, ma non si può permettere una consulenza adeguata, può tentare la strada dell’autonomia.
Ecco cinque attività semplici che possono essere svolte con un minimo di buona volontà, tempo ed abilità.

nobudget

Sono un freelance comprensivo. Forse troppo.

Il freelance – o almeno io lo sono – è costantemente sbilanciato tra l’essere pagato poco e il troppo poco. Al momento della stesura o peggio ancora della presentazione del preventivo mi sento sempre in colpa. Lo so, non sono la sola. Questa caratteristica ha un nome e Annamaria Testa l’aveva ben ispezionata in un articolo sul suo blog, l’ha chiamato la sindrome dell’impostore. Mi ci ritrovo completamente dentro, ma non ho ancora trovato la via d’uscita.

Dicevo, eccoci al momento della presentazione – o dell’invio – del preventivo e sua discussione.
Attimo di imbarazzo, parole difficili, risposte tentennanti. Un rifiuto è sempre un rifiuto, ma un freelance deve avere corazze rinforzate per poter sopravvivere. Sotto la corazza però c’è un cuore, che pulsa forte quando davanti a sè trova un imprenditore che davvero, davvero, apprezza. Davvero, capisce. E davvero non può permettersi di lavorare con te. Ok, ecco che la corazza si crepa e ne escono i consigli qui sotto, utili e semplici, spontanei.

Soprattutto gratuiti.

1. Ti servono contenuti

Molte attività sono stagionali, non si è sempre di corsa per 14 ore al giorno. Ci sono anche i momenti di calma piatta da affrontare. Occorre sfruttare il tempo libero per identificare i contenuti interessanti – per la tua attività o il tuo settore – da pubblicare sui social aziendali o sul sito o blog. Analizza il tuo pubblico, capisci chi è e cosa cerca, quali social utilizza. E da lì inizia a fare una lista – basta anche un pezzo di carta! – dei contenuti da sviluppare nel tempo. Se hai dei collaboratori, coinvolgili! Non c’è nulla di più apprezzato che essere parte di un processo. Porta ad un miglioramento delle relazioni, maggior affezione alla professione, comprensione ed empatia. Inoltre i tuoi collaboratori potrebbero aiutarti con idee e spunti!

Cosa devi cercare

no budget contentTutte cose facili: una immagine del tuo ultimo prodotto se produci beni o una buona galleria di immagini a zero budget da recuperare online che possa servirti ad illustrare i tuoi concetti. Magari anche una foto di te, del tuo spazio od ufficio, gruppo di lavoro, stabilimento, macchinari. Là fuori è pieno di gente curiosa, che non sa cosa fai. Cerca di spiegarglielo al meglio, con immagini semplici e chiare.

Cerca chi parla la tua lingua, chi lavora nello stesso settore, testate giornalistiche online, blog, forum. Indaga e cerca tutto ciò che ti può servire da spunto, creando una cartella di materiale a cui attingere o a cui fare riferimento.

Non dimenticare eventi e fiere cui partecipi, che visiti o cui vorresti partecipare. A volte è interessante anche scrivere in generale del tuo settore e degli aggiornamenti da seguire per restare al passo con le ultime novità, non serve parlare solo di te.

Se riuscirai a dedicare quotidianamente del tempo a questa attività ti troverai con contenuti pronti e qualificati nel giro di poche settimane. Chi si dedica a questo lavoro crea contenuti tutti i giorni, anche più al giorno. Sta a te trovare l’equilibrio che sta bene a te ed alle tue necessità.

2. Rendi partecipe il pubblico

Se hai già dei clienti acquisiti, coinvolgili! Sarà più facile avere interazione, commenti, feedback, creare attività di engagement. Invitali a rispondere ai tuoi post su Facebook, chiedi loro di mandarti le foto dei tuoi prodotti in casa loro, di darti commenti, testimonianze. Nella rete si parla di User Generated Content, quando sono i tuoi utenti a creare da sè contenuti validi al tuo brand. Ovviamente dipende dal tipo di prodotto che vendi, se si tratta di sciarpe chiedi loro di mandarti una foto con la tua sciarpa indossata e crea un concorso ‘look del mese’, con un piccolo premio. Anche in questo caso il budget sarà irrisorio.

3. Pubblica offerte sulla Pagina Facebook

no budget fbLa tua pagina Facebook può essere sfruttata in maniera molto estesa per ottenere visibilità e per spingere le tue vendite. E’ uno strumento ottimo per le attività locali, che potranno attirare nuovi consumatori in negozio o verso la piattaforma e-commerce. Tra le diverse possibilità che la tua pagina offre, c’è quella di creare un’offerta, uno sconto od una promozione. E’ estremamente semplice, basta cliccare sull’apposito tasto e seguire le indicazioni fornite direttamente dalla piattaforma.

4. Trova i tuoi influencer

Nel tuo network hai sicuramente alcune amicizie o conoscenze che ti possono aiutare, diventando influencer a tuo pro. Di cosa sto parlando? Di persone comuni che hanno acquisito autorevolezza e credibilità nella loro rete sociali, divenendo così in grado di influenzare i comportamenti di amici, parenti, conoscenti, follower.
Sta a te individuarli e coinvolgerli nella tua attività online, magari con proposte di collaborazione o scambio merci/servizi. Sempre zero budget.

5. Ascolta ed analizza

I principali social hanno gruppi di utenti che li frequentano perchè hanno gli stessi interessi o perchè appartengono a categorie professionali simili. E’ importante trovare i gruppi del tuo settore, entrarci ed ascoltare quello che lì accade. E’ fondamentale per avere il polso di ciò che sta accadendo, per cogliere per primo le tendenze, i linguaggi, i cambiamenti, i desideri.

Le community sono importanti per raccogliere ed analizzare informazioni utili all’attività aziendale, nonchè per costruire una rete di relazioni che può diventare preziosa in futuro.

Quindi, caro imprenditore a zero budget, c’è da lavorare!

Non è ironia gratuita, è solo per far capire che il mio preventivo – si, quello dell’inizio dell’articolo, che non sei riuscito a vidimare perchè lo ritenevi un investimento troppo oneroso – era calcolato sulla base di un lavoro complesso che va affrontato con metodo. Un professionista va remunerato correttamente, perchè ha investito sulla sua preparazione per poterti offrire strategie ed execution ottimali.
Ma se in questo momento non ti puoi permettere una collaborazione, prova a seguire questi 5 punti, vedrai che con un po’ di pazienza ed applicazione otterrai i tuoi piccoli risultati.

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Revisione dei testi. Utile e necessario!

Le grandi aziende come le pmi oggi utilizzano un sito come principale strumento di presenza e visibilità online. Come i cataloghi stagionali, i siti vanno tenuti vivi, aggiornati, rivisti a seconda delle nuove esperienze ed offerte, tenendo sotto controllo i valori immutabili di un brand ma le mutabilissime leggi dei mercati.

I testi possono non essere più efficaci come una volta.

Possono non esprimere più perfettamente il tuo pensiero o la vision aziendale. Possono suonare disallineati, vecchi, non rispecchiare più le esperienze attuali. In una parola, non parlano più di te nella maniera in cui lo faresti oggi, non usano il giusto tono di voce dando un’idea diversa di te o della tua azienda.

Probabilmente a questa fase di critica costruttiva si innesca il desiderio di porre rimedio. Un buon copywriter con competenze SEO può darti tutte le indicazioni, fornirti tecniche e strategie, o meglio ancora affrontare insieme a te un processo di revisione per rendere i testi adeguati e migliorare la posizione sulla serp dei motori di ricerca.

Come fare una revisione dei testi.

A differenza della correzione bozze che rivede refusi, ortografia e grammatica, la revisione interviene più a monte partendo dalla analisi della tua attività nella sua configurazione attuale. Saranno necessari interviste, questionari, incontri con i dipendenti se l’azienda è ben strutturata. Poi vanno considerati gli obiettivi aggiornati, la vision, l’offerta attuale, il core business.
I testi non verranno necessariamente stravolti, più spesso si procederà a modificarne ed aggiornarne la struttura, rendendoli più coerenti all’immagine aggiornata di te e della tua attività.
Senza dimenticare un corretto utilizzo delle parole per poter essere più facilmente trovati dagli utenti online.

In questa fase i testi dovranno esaltare i nuovi concetti, lasciando da parte ciò che è secondario. Tagliare se necessario tecnicismi ed inutili fronzoli – semmai ci fossero – per dare al corpo testuale una coerenza. Inoltre, sempre seguendo i principi della SEO, verranno identificati concetti chiave da rendere più evidenti, titoli, piccole frasi creative ed incisive che rendano più memorabile l’esperienza di navigazione sul sito nonché il tuo brand.

testi

Pronti? Via!

Ovviamente la fase finale non può che essere quella della sostituzione dei testi. Se la revisione è solo testuale, dovranno essere reintrodotti nella grafica iniziale. In caso tutto il sito sia stato aggiornato, è possibile mettere maggiormente in evidenza titoli e paragrafi per migliorare la presenza delle keyword.

Un copywriter oggi deve saper fare tutto questo con la mano del tecnico della parola e insieme dello specialista SEO, unendo creatività, flessibilità, capacità di analisi e di sintesi per dare vita ad un testo che non sia solo corretto ma anche piacevole e memorabile.

copywriter

Utilità e necessità di un copywriter in azienda.

Contenuti efficaci per comunicare in rete.

La rivoluzione digitale ha fatto crescere esponenzialmente la ricerca di alcune figure professionali. I primi ad emergere sono stati i programmatori e web-designer, che hanno stracciato la classifica delle collaborazioni, creando siti più o meno funzionali e piattaforme e-commerce. Ma questi contenitori hanno bisogno di un copywriter per essere riempiti con contenuti efficaci, narrazioni, testi emotivi ed accattivanti.

Ecco allora che raccontare storie, ispirare emozioni o trasportare il consumatore in un mondo immaginario e desiderato diventa fondamentale. Qui entrano in gioco lo scrittore e il copywriter, esperti del content marketing. E il web diventa finalmente un potenziale infinito di possibilità ed opportunità.

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Pertinenza e rilevanza: ecco cosa cerca il web.

Il digital copywriter fa parte di un gruppetto di nuove professioni del web che nascono dalla necessità di offrire contenuti specifici ad utenti che desiderano e cercano informazioni dettagliate e comunicazione pertinente. La scrittura diventa importantissima: deve creare messaggi efficaci, raccontare storie emozionanti, presentare i prodotti in modo coinvolgente ed attrattivo, conoscere le regole della scrittura su video e della SEO.

Non sono solo le grandi aziende a rivolgersi ai copywriter: spesso anche i commercianti o le piccole imprese che investono sul web si avvalgono dell’aiuto di professionisti della parola, che sappiano sfruttare al meglio la opportunità della comunicazione digitale.

Copywriter: un professionista al tuo servizio.

Chi si occupa di business ha mille impegni e abilità specifiche a far crescere il suo brand. Sarà un abile commerciale in grando di espandere le vendite, o un ottimo manager che coordina il suo team e cerca di ottenere il massimo profitto. O ancora un produttore alle prese con i mille problemi di fornitura e consegna. Ma nessuno di loro è in grando di trovare del tempo per creare contenuti di qualità, aggiornare il sito con novità e informazioni, redigere articoli per il blog od occuparsi di un piano editoriale.

Quando si ha bisogno di una medicina si va dal medico. Chi  ha bisogno di un testo ben scritto si rivolge al copywriter. Che vi ascolterà, accoglierà le vostre richieste e cercherà di preparare contenuti adeguati alle vostre necessità, nei tempi e nelle modalità desiderate. E’ un professionista, è un creativo, lavora con le parole per dare al vostro brand un valore aggiunto ed esplodere la potenzialità della comunicazione. Provare per credere!

Lettering e typo

Love Typo

Ogni parola scritta ha una forma. E la forma ha a che fare con ciò che la parola comunica. Il typo o font completa il messaggio testuale, una veste grafica per ciò che grafico non è. Fa parte di un sito, blog o annuncio pubblicitario se parliamo di offline; ne esalta il contenuto, evidenziandone già alcune caratteristiche e completa il significato se guardato online.

Quindi comunica al 100%! Nella creazione della identità visuale è la terza regola aurea (dopo l’aspetto cromatico e la scelta delle immagini). E ci aggiungo che a scegliere un font potrei metterci dei giorni, perchè mi piace provare e riprovare e vagliare le mille possibilità che anche solo una sfumatura della grazia può rendere.

Simon Garfield ha scritto nel 2012 Sei proprio il mio typo, best seller sull’arte della calligrafia e delle infinite forme delle lettere, qualche anno dopo Betty Soldi pubblica Inkspired, dove ripropone nuovi modi di riscrivere l’alfabeto.
Ma non sono i soli ad aver approfondito l’argomento: sono davvero tanti i siti che propongono servizi e download.
Provo a darne una visione rapida.

Lettering
Lettering

 

Mi piace. Come scopro che font è?

Ci sono siti che ti possono aiutare a scoprire che tipo di font stai osservando (e che magari vorresti tanto sul tuo blog). Si inizia da WhatFont (se utilizzi Google Chrome ) o FontFinder (perFirefox). Sono add on veloci e dall’utilizzo intuitivo, basta selezionare il testo ed analizzarlo con un menù molto stringato. Seconda possibilità, puoi fotografare il font che ti piace e caricarlo sul sito WhatTheFont o What Font Is, dove verranno esaminate le caratteristiche delle lettere e potrai sapere a quali famiglie tipografiche appartengono o a quali più somigliano.

Quale sarà il risultato?

Se vuoi vagliare alcuni esempi di come un progetto di design si modifichi a seconda del font utilizzato, puoi cercare sulla piattaforma Fontsinuse. Dal menù puoi scegliere quale sezione ti interessa e ci sono caricati moltissimi esempi di applicazioni di font su insegne, adv, packaging.

Ma alla fine, cosa userò? Puoi facilmente concludere le tue ricerche su Google Fonts, che ti suggerirà anche abbinamenti facili e già testati, o su siti terzi come Dafont.com che offre la possibilità anche di fare download del font scelto, oppure ancora su Fontsquirrel.com. Ma sono solo alcuni dei molteplici siti che offrono la possibilità di scegliere e personalizzare il proprio typo.

La scrittura manuale e la scelta del font sono oggi il discrimine nelle scelte grafiche vincenti di una azienda” afferma Cosimo Lorenzo Pancini, insegnante al nuovo corso di Typography e Calligraphy dello IED di Firenze.

Insomma il carattere fa la differenza. Buona scelta!

Font abbinate
Font abbinate