Idee e approfondimenti su come scrivere per la moda.
A come … Aperol. Se la prima idea è la vincente, so già cosa fare stasera. Ma se mi concentro un pochino di più e penso alla prima parola professionalmente utile che comincia con la A, arrivo ad aggettivi. Perché? Perché nel lavoro del fashion editor o fashion copywriter che dir si voglia, gli aggettivi sono una colonna portante.
Che siano scarni, asciutti e sintetici o barocchi e voluttuosi, che siano parole singole o metafore gioiose, voli pindarici o citazioni cross media, sono loro a dare la temperatura e la cromia giusta alla vostra frase.
Creano immagini, aggiungono calore, suggeriscono mondi entro i quali tuffarsi. Sono il sapore del brand, sono la chicca del tono di voce. Possono essere banali, inflazionati, inutili, qui la difficoltà – e l’abilità – dell’editor nel dosare con perizia quelli più interessanti e adeguati. Con la grazia e la maestria del pasticcere, perché il nostro lavoro si fa col cuore, mica siamo generatori di testi qualunque.
Io inizio sempre con una piccola ricerca, con la visualizzazione del prodotto e del suo mondo di riferimento. Chiudo gli occhi e lo osservo mentre si muove, onirico e gioioso, quale che sia la sua anima. E da lì tutto un mondo – il mondo della semantica – si schiude e mi sorride.
A volte. Certi giorni invece guardo il mio bel cappotto appeso da descrivere e non mi dice nulla. Lo fisso con interesse e quasi mi dà le spalle.
Aggettivi da cesellare, da ritoccare, da tagliare. Aggettivi da aggiungere, da sbozzare. Tenendo a mente sempre il principio per cui se non è necessario, allora meglio toglierlo. Povero aggettivo …
Un pensiero su “Il vocabolario del Fashion Editor – A come aggettivi.”
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