Prossimo appuntamento Pitti. Da freelance, dopo 35 edizioni!
A gennaio sto pianificando di visitare Pitti Immagine Uomo, che se non faccio male i conti frequento più o meno costantemente dal 2001, appendendo al muro la bandierina della mia 35a presenza. C’è chi può vantarne molte di più, ma sono ormai entrata con stile negli anni dei ‘veterani’, di quelli che possono dire di aver vissuto più volte le giornate estive puntualmente caldissime e le invernali sempre glaciali. Ho frequentato come espositore per tanto tempo, come utente, come manager, aprivo lo stand la mattina e lo richiudevo la sera. Mi occupavo di scorrazzare amici, colleghi, clienti in fiera e nei tantissimi appuntamenti serali. Tanti ricordi e tanta, tanta fatica. Tante bistecche, tanta fame a mezzogiorno che non si staccava mai per un panino. Le ore in piedi, i look più disparati, le tendenze viventi e il loro coraggio di essere eclettici con stile.
Ho visto cose …
Ricordo chiaramente un signore con stivali da cowboy di pitone con tanto di testa del serpente sulla punta come se fosse ancora vivo. E non è che l’inizio. E’ diventato di moda , andare vestiti come moderni dandy a Pitti, tanto che poi quel modo eclettico è diventato tendenza. E sono diventati trendy i fotografi che ritraevano quei personaggi strani e postavano poi le immagini sui loro blog dando vita a fenomeni social che ancora oggi creano tanto clamore. Sono diventati di moda i calzini colorati, a righe, rossi. Sono diventati di moda i pantaloni rossi – che peraltro indossano solo ‘quelli della moda‘. Sono diventate di moda le barbe lunghe, il preppy, il tartan, i check scozzesi allover. Da Pitti si impara solo a guardare la passerella dell’ingresso. E’ cultura della strada, il Pitti vale come un master!
So cosa aspettarmi.
A Pitti ci si sente al centro del mondo, quel mondo, per qualche giorno. E non è solo il momento in cui tutto accade intorno a te. E’ proprio che sei attore più o meno consapevole di uno spettacolo che si rinnova automaticamente, ogni sei mesi. Con un sacco di novità. Le attività da seguire sono così tante che bisogna fare una cernita accurata. Il calendario degli eventi è fittissimo, dovrò selezionare con calma. Ma la cosa che amo di più è passeggiare nelle passerelle, entrare seguendo il flusso dei piedi in movimento, guardare e scoprire un concentrato di creatività che non si trova da nessuna altra parte.
Cosa porterò a casa.
Normalmente borsette piene di cataloghi, biglietti da visita, gadget. Un peso devastante. La mente piena di immagini. Gli stand più belli, i prodotti più innovativi, i look più all’avanguardia. E poi non si può fare a meno di percepire la presenza calda ed accogliente di Firenze, magica, viva, festaiola, incasinatissima che non trovi un taxi per tre giorni, bella da scoprire in ogni angolo.
Questa volta porterò a casa un punto di vista nuovo, diverso. Ve lo racconterò.